Trame brevi

Mostra di Emanuela Malavolta

Biblioteca di Città Studi, 6 luglio – 26 agosto 2016

La materia prima di questi manufatti è stoffa.

Tanti pezzetti di stoffe a volte poco più grandi di un francobollo, sono i tagli di campionario che una volta usati per fare le collezioni vengono messi al macero.

Nel recuperarli il dialogo con le peculiarità del tessuto continua e la morbidezza o la resistenza e la lucentezza dei colori contribuiscono in maniera determinante al risultato.

Emanuela Malavolta realizza opere astratte o di carattere figurativo che prendono spunto da analogie con la natura, ma il suo lavoro racconta anche di lei, della sua storia personale e del suo vissuto. Le sue opere, sui concetti di unione e di legame, ci spingono quindi a cercare un filo metaforico utile a rinsaldare le nostre relazioni, a ricucire quei rapporti umani che, per svariati motivi, si sono strappati e interrotti nel corso della vita.

La mostra dialoga con la proposta di lettura “Strappi ricuciti”: una bibliografia sulle relazioni interpersonali e i legami familiari.


Emanuela Malavolta

Le informazioni utili a spiegare la nascita di questi lavori sono riconducibili alle mie esperienze lavorative.

La formazione in una Casa Editrice di Torino come illustratrice di libri per bambini e a seguire l’esperienza in un’azienda tessile del biellese come disegnatrice di abiti, sono i tasselli di partenza che mi hanno permesso di rivedere e recuperare i materiali quali: tessuti, bottoni, pezze, e di dare loro una nuova veste.

E’ ciò che intravedo nella trama di un tessuto, il suo colore, che innesta la mia immaginazione.

L’avere a disposizione solo una piccola porzione di stoffa non è un limite, anzi diventa stimolo e sfida a definire l’immaginario.

L’atto di cucire riconduce al concetto di unire assieme, congiungere stabilmente, questa definizione possiamo estenderla anche alle relazioni, ai legami, alle proprie origini, a un passato.

In questa dimensione il “cucire” è un atto di cui tutti abbiamo avuto esperienza.

Alcuni lavori hanno un percorso predefinito, un’immagine che voglio riprodurre, altri si formano man mano, si trasformano, altri ancora è a lavoro finito che li rivesto di significato.

Quando non cucio amo disegnare, leggere, curare il giardino, camminare in montagna ma in qualche modo mi sembra di essere sempre intenta ad accumulare piccoli tasselli di emozioni che andranno poi a imbastire nuovi progetti.