Storie d’acqua e di alberi

In occasione di Selvatica. Arte e natura in festival

Le storie dell’acqua e degli alberi nelle incisioni dell’artista Federica Galli

Mostra a cura di Alessandra Redaelli

Biblioteca di Città Studi, 21 maggio – 3 luglio 2016

La Roverella de la Ca’ del Pepp di Federica Galli 

L’amore per il dettaglio e una capacità rara di contemplazione della natura hanno fatto di Federica Galli una delle più amate artiste dell’incisione. Nata nel 1932 e scomparsa nel 2009, ha consacrato l’intera carriera a cantare la bellezza dei paesaggi. Selvatica la omaggia con una doppia personale tra la nuova Biblioteca Civica e la Biblioteca di Città Studi. In mostra, una serie di incisioni dedicate a storici alberi secolari italiani e una serie dedicata all’acqua.

La mostra dialogo con la proposta di lettura “Storie d’acqua e di alberi“. Una bibliografia che guida il visitatore ad approfondire l’opera dell’artista, il mondo delle piante e gioca, attraverso singolari accostamenti, ad abbinare a ciascuna incisione un libro o un film.

Libri abbinati alle incisioni
 
Il tiglio selvatico di Macugnaga, 1995-1996, Acquaforte, mm 394 x 714

“Non si può essere seri a diciassette anni.
– Una sera al diavolo birra e limonate
E i chiassosi caffè dalle luci splendenti!
Te ne vai sotto i verdi tigli del viale”.

Romanzo. Poesia di Arthur Rimbaud

Opere / Arthur Rimbaud ; a cura di Diana Grange Fiori ; introduzione di Yves Bonnefoy. – 8. ed. – Milano : A. Mondadori, [2001]. [Coll. 841.8/3]

I platani di Napoleone a Cherasco, 1995, Acquaforte, mm 393 x 496

Nel 2016 ricorre il 220° Anniversario dell’Armistizio di Cherasco. L’armistizio sottoscritto il 28 aprile 1796 mise fine alle ostilità tra la Repubblica Francese il Regno di Sardegna e fu sanzionato il 15 maggio 1796 col Trattato di Parigi.

I vestiti nuovi dell’imperatore. Regia di Alan Taylor. [Coll. F DVD 1085]

Roverella alla Cà del Pepp, 1995, Acquaforte, mm 490 x 794
 
La Teoria della Ghianda di James Hillman: “Questo libro ha per argomento la vocazione, il destino, il carattere, l’immagine innata: le cose che, insieme, sostanziano la “teoria della ghianda”, l’idea, cioè, che ciascuna persona sia portatrice di un’unicità che chiede di essere vissuta e che è già presente prima di poter essere vissuta”.

Il codice dell’anima : carattere, vocazione, destino / James Hillman. – Milano : CDE, 1998. [Coll. B 155.2/1]

Il tasso di Cavandone, 1994, Acquaforte, mm 396 x 390

Il tasso è anche conosciuto come «l’albero della morte». Il nome comune deriva dal greco tóxon che significa arco/freccia, e l’appellativo di albero della morte nasce proprio dal suo impiego nella fabbricazione di dardi velenosi e dalla sua caratteristica tossicità, oltre al fatto che veniva utilizzato nelle alberature dei cimiteri.

L’uomo e la morte / Edgar Morin ; traduzione di Antonio Perri e Laura Pacelli. Roma : Meltemi, [2002]. [Coll. 128.5/1]

Il boschetto dei falsi canfori, 1998, Acquaforte, mm 399 x 394
 
La stanza del Vescovo è un romanzo di Piero Chiara ambientato sul Lago Maggiore: “L’autunno di quell’anno stava mettendo piede sul lago, silenziosamente e quasi di soppiatto, come un inserviente invisibile ma rapido nei movimenti che avesse l’incarico di cambiare lo scenario di un palcoscenico, per prepararlo all’ultimo atto di una commedia o di un dramma”.

La stanza del Vescovo / Piero Chiara ; introduzione di Giancarlo Vigorelli. – Milano : A. Mondadori, 1984. [Coll. BL 853.9/17]

Il cerro-sughera di Tassarolo, 1994-1996, Acquaforte, mm 494 x 490

Nel classico scritto da Harper Lee, la quercia fuori dalla casa di Boo Radley è simbolo di amicizia, e di come la gentilezza possa fiorire nonostante le circostanze avverse. Boo, solitario e perseguitato dai pettegolezzi, inizia a lasciare dei piccoli doni nel tronco dell’albero per Scout Finch e per il fratello Jem – un gesto che parla della generosità di Boo e della sua solitudine. Ma più avanti nel corso della storia, quando il fratello di Boo riempie il nodo dell’albero di cemento, la quercia passa a simboleggiare altro: intolleranza, grettezza e paura del diverso.

Il buio oltre la siepe / Harper Lee ; traduzione di Amalia D’Agostino Schanzer. – Milano : Feltrinelli, 2011. [Coll. B CN 813.5/174]

I faggi del re cacciatore, 1995, Acquaforte, mm 496 x 490

San Giacomo (1250 m) è la più alta frazione del comune di Entracque. Un luogo suggestivo nel cuore del Parco Alpi Marittime caratterizzato da boschi di faggi secolari. In questo luogo si trova il casino di caccia di Vittorio Emanuele II.

Vittorio Emanuele 2. / Denis Mack Smith. – Bari : Laterza, 1972. [Coll. B CN 945/4]

I platani di Racconigi, 1994, Acquaforte, mm 593 x 590

Dietro il Castello reale di Racconigi si estende un grandissimo parco, dove sorgono numerosi alberi monumentali. Nel cuore del parco vi è l’ isola del tempio con la grotta di mago Merlino . Si tratta di una collina artificiale realizzata nel 1787, sulla cui sommità venne costruito un tempio circolare, sostituito nel 1832 dalla struttura attuale: un tempietto in pietra di ordine dorico concepito e progettato dal Palagi come immagine di rovina e pertanto volutamente incompleto di parte della cupoletta di copertura.

I romanzi della Tavola rotonda / a cura di Jacques Boulenger ; edizione italiana a cura di Gabriella Agrati e Maria Letizia Magini. – Milano : Mondadori. 3 volumi. [Coll. B PZ 843.1/3.1 ; B PZ 843.1/3.2 ¸ B PZ 843.1/3.3]

Il cipresso del Kashmir all’Isola Madre, 1997-1998, Acquaforte, mm 598 x 591

Ernest Hemingway ambienta parte del suo romanzo “Addio alle armi“ sul Lago Maggiore: “Io remavo mentre il barman sedeva a poppa e lanciava la lenza con un’esca a cucchiaino e con un peso al fondo per pescare le trote del lagoRemai verso l’Isola Bella e mi avvicinavo ai muraglioni, dove l’acqua diventava improvvisamente più fonda e si vedeva il muro di roccia scendere obliquo nell’acqua, e poi risalii verso l’Isola dei Pescatori, dove c’erano barche tirate in secco e uomini che rammendavano reti “.

Addio alle armi / Ernest Hemingway ; a cura di Fernanda Pivano. – Milano : Club degli editori, 1998. [Coll. B CN 813.5/96]

L’olmo di Mergozzo, 1995, Acquaforte, mm 491 x 297

L’Olmo era considerato dagli antichi l’albero dei sogni.

L’interpretazione dei sogni / Sigmund Freud. – 3. ed. riveduta. – Torino : Boringhieri, 1980. [Coll. VR 150.1/25.3]

I pioppi bianchi della Marchesina, 1988, Acquaforte, mm 794 x 393

I miti antichi fanno del Pioppo il simbolo del confine fra la terra e il regno degli inferi. Proprio per questo motivo, quest’albero rappresenta, nel calendario celtico l’equinozio d’autunno che demarca il passaggio del Sole dalla parte settentrionale a quella meridionale dello zodiaco, ovvero agli inferi della stagione invernale. Il Pioppo scandisce l’alternarsi delle stagioni e noi lo riconosciamo come uno dei Signori del Tempo.

Questione di tempo. Regia di Richard Curtis. [Coll. F DVD/1194]

Le sequoie del Parco della Burcina, 1994, Acquaforte, mm 793 x 397

La sequoia, che ha il nome di un grande capo indiano, Sequoiah, è originaria della California. Sempre in California, sulla costa centrale, troviamo una regione denominata Big Sur. Qui si trasferì Henry Miller dopo il suo soggiorno parigino.

Big Sur e le arance di Hieronymus Bosch / Henry Miller ; traduzione di Vincenzo Mantovani. – Torino : Einaudi, stampa 1967. [Coll. PL 813.5/4]