Premio Biella Letteratura e Industria

Il Premio Biella Letteratura e Industria rappresenta un unicum in Italia perché ricerca e premia opere che uniscono l’indagine sul mondo industriale all’istanza letteraria, e che si pongono specificamente l’obiettivo di raccontare modelli di trasformazione della società italiana con riferimento generale alla realtà socioeconomica e alla cultura dell’impegno, del rischio di impresa, dei valori come l’imprenditorialità.

Il Premio è destinato a un’opera di autore italiano o straniero in traduzione italiana, e ad anni alterni premia opere di narrativa o saggistica.

ll Premio Biella Letteratura e Industria è promosso e organizzato da Città Studi Biella con il supporto della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella e del Comune di Biella, nell’ambito delle iniziative di Biella Città Creativa dell’Unesco. Collaborano al Premio il Gruppo Giovani Imprenditori dell’Unione Industriale Biellese, l’Associazione l’Uomo e l’Arte, la compagnia Carovana, Number One, Scrittori a Domicilio, la Società Dante Alighieri. Dal 2016 il Premio ha come partner i Rotary Club del Biellese e, dal 2019, il Lions Bugella Civitas. Il Premio annovera tra gli sponsor l’Unione Industriale Biellese, la società di acque minerali Lauretana, la società di servizi Yukon Housing, l’azienda tessile Vitale Barberis Canonico, Biver Banca, la società di comunicazione OrangePix, l’azienda PMI Stampi e stampaggio materie plastiche e gomma, Robinson, società di consulenze e servizi per le imprese, e Mondoffice, azienda specialista di soluzioni per i luoghi di lavoro. A questa lista si aggiunge da quest’anno anche il prestigioso marchio Aurora Penne.

Il concorso ha avuto come vincitori nelle passate edizioni: Giorgio Bocca con “Il secolo sbagliato”, Mondadori (2001); Giorgio Soavi con “Adriano Olivetti: una sorpresa italiana”, Rizzoli (2002); Ermanno Rea con “La Dismissione”, Rizzoli (2003); Alessandro Zaccuri con “Milano, la città di nessuno”, L’ancora del Mediterraneo (2004); Raffaele Nigro con “Malvarosa”, Rizzoli (2005); Aldo Gianolio con “Teste quadre”, Aliberti (2007); Giorgio Boatti con “Bolidi. Quando gli italiani incontrarono le prime automobili”, Mondadori (2008); Goffredo Buccini con “La fabbrica delle donne”, Mondadori (2009); Antonio Calabrò con “Orgoglio industriale”, Mondadori (2010); Edoardo Nesi con “Storia della mia gente”, Bompiani (2011); Imma Fiorino con “Uffici”, Einaudi (2012); Paolo Barbaro con “L’ingegnere, una vita”, Marsilio (2013); Sandro Gerbi con “Giovanni Enriques. Dalla Olivetti alla Zanichelli” Hoepli (2014); Alessandro Perissinotto con “Coordinate d’Oriente”, Piemme (2015); Paolo Bricco con “L’Olivetti dell’ingegnere (1978-1996)”, Il Mulino (2016); Romolo Bugaro con “Effetto domino”, Einaudi (2017); Marco Revelli con “Non ti riconosco. Viaggio eretico nell’Italia che cambia”, Einaudi (2018); Giorgio Falco con “Ipotesi di una sconfitta”, Einaudi (2019); Paola Merloni con “Oggi è già domani. Vittorio Merloni vita di un imprenditore”, Marsilio (2020); Paolo Malaguti con “Se l’acqua ride”, Einaudi (2021); Claudia Bianchi con “Hate speech. Il lato oscuro del linguaggio”, Laterza (2022); Antonio Franchini con “Leggere possedere vendere bruciare”, Marsilio (2023). Nel 2024, Francesca Coin si è aggiudicata la XXIII del Premio con “Le grandi dimissioni. Il nuovo rifiuto del lavoro e il tempo di riprenderci la vita” (Einaudi).

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